martedì 30 settembre 2008

Gira la vita e girano le tute.

La prima tuta da relativo me la vendette il Frenk.
Mi disse: "Max, ti calza a pennello!"

Era nera, era una Tony Suit, era di "uno bravo",
Non ricordo se ci feci 20 o 30 lanci,
ricordo solo che durante un lancio: "strack!",
più facevo arco e più salivo, più incassavo e più scendevo,
non capivo più niente! Poi a terra capii tutto;
la cerniera si era aperta completamente,

e quando spanciavo  mi gonfiavo come un pallone,
e quando incassavo la tuta si chiudeva ed io scendevo.
Non ho mai capito perché si ruppe,
certo io sono sempre stato un tipo robusto,
ma quella era una Tony Suit cavolo, di uno bravo,
e poi mi calzava anche a pennello.

Poco dopo,
una volta fatta disperare mia zia per cucire una cerniera nuova,
ci saltai ancora e nel giro di pochi lanci
partirono prima i booties e poi di nuovo la cerniera;
in seguito una presa si svuotò,
lasciandomi sulla spalla una sacchetta floscia e ciondolante.
Solo col tempo capii che forse quella Tony Suit
non era proprio nuova e, pensandoci bene,
e riguardando qualche foto,
forse neanche mi calzava proprio a pennello.
La tuta la vendetti, con l'ennesimo rattoppo della zia,
a un ragazzo a cui calzava a pennello.

Di lì a poco comprai una stupenda Parasport usata,
quella di Davide Moy,
ero al settimo cielo,
c'avevo 200 lanci ma c'avevo la tuta di Davide Moy,
bianca e rossa,  Bellissima!
Però, anche se la tuta era di Davide Moy
le cosce erano sempre di Max Alberdi.
Un centinaio di lanci e ... "strack!",
mi ritrovai in atterraggio con tutto il culo fuori,
restando, secondo un francesismo in voga a quei tempi,
seduto nel campo alla "cacaiola!"
Quella tuta purtroppo non riuscii a rivenderla,
anche perché una camicia da relativo 
anche se di Davide Moy, anche se bellissima,
non la voleva proprio nessuno.

Poi iniziarono le prima squadre e  ...
Quale tuta comprare? Quella dei campioni ovviamente!
Doug Park, dei Deland Majik,
ci fece una testa tanta durante un tunnel camp
che ci convinse  a comprare la Bev Suit
( gran tuta niente da dire ) con doppie o triple prese,
( tipo la Todoroki Special a 6 gomme di Takaya Todoroki,
chi se la ricorda ?!?);
roba che ti veniva un brain lock
solo per ricordare dove mettere le mani,
e poi c'aveva un cavo d'acciaio nei booties
che ancora un po' una volta, durante un giro, decapito Cisco.

Come si fa a dire di no ad una tuta così ...

Ma ci fu anche una volta che Giaco
fece una testa tanta al Teo che comprammo le Giaco's,
gran tute made in Italy, finiture artigianali,
un po' le Toro Rosso del paracadutismo italiano.
Un tipo dice che ci ha fatto anche un paio di immersioni
con quelle tute, ma io non ci ho mai creduto.
Sia la Giaco che la Bev sono finite a un paio di ragazzi
dell'Anpd'i della provincia milanese che sono venuti a prendersele
a Milano in uno scambio sotto il cavalcavia, roba da pusher.
Hanno fatto un ottimo affare giuro, e poi calzavano a pennello ...
A uno un po' meno forse ...


Una carrellata di stupende Giaco's suits 1.0
E di lì a poco delle evolute Giaco's 2.0
Penso che una volta usai anche i manicotti.
Fabrizio, puoi ammetterlo dopo 15 anni che quei manicotti
non servivano a un emerito 'zzo",
però facevano tanto "professional",
poi li potevi rivendere come "scaldamuscoli" per le braccia,
tipo le copertine delle gomme ai gran premi.
Quante tute avrei voluto, quante vite avrei vissuto ...
( canta + o - così Enrico Ruggeri ).

Ogni tanto, girando per aeroporti,
le vedo passare tutte queste tute ( anche su Facebook! ).
Chi ci fa relativo, chi AFF, chi video,
anche quella del Frenk ho rivisto!
E mi sembra di rivedermi, un anno giallo, un anno nero,
un anno robusto, e l'altro pure.

Quante storie, quante vite, quanti salti e ... quante bufale!
E' una ruota che gira. Come questa lavatrice davanti a me.

Si perché tutto 'sto pastrugnone mi è venuto in mente
guardando la tuta che gira in lavatrice.

E' nera con le prese rosse,
come oramai circa il 50% delle tute in circolazione!
Ha fatto il suo dovere, quasi tre stagioni, tanto tunnel,
un bel botto a terra,  6 ore di pronto soccorso ...
E le cuciture hanno tenuto ... e anche la cerniera!

Una classica Parasport nera e rossa non tradisce mai ...
Però, se devo essere del tutto sincero,
io a questa tuta non mi ci sono mai affezionato.

Forse se non si vogliono sorprese è meglio comprarsi una tuta nuova.
Ma che noia però, volete mettere con quella di uno bravo !!!

Max

PS: Vendesi tuta ... Vi calzerà a pennello ... 


Una tuta un po' fuori misura ...


mercoledì 30 aprile 2008

Non desideravo molto dalla vita.

Non desideravo molto dalla vita ...
soltanto morire un po' meno scemo di come ero nato ...

Un traguardo non troppo impegnativo ...

Un traguardo non troppo impegnativo.

Mi sono sforzato in questi ormai troppi anni. Ho cercato di crescere. 
Di sviluppare delle qualità minime. Ho tentato di tutto per evolvermi, modificarmi. 

Ho letto molti libri ed ho viaggiato tanto, quanto ho potuto, molto per saltare. 
Mi sono pure laureato, fuori corso ovviamente. Ho fatto contenta la mamma insomma. 
Mi sono interrogato molto ed ho cercato di interrogare gli altri. 

Qualche volta una foto in giacca e cravatta mi ha dato speranza, parvenza di normalità. 
Ma poi, ma poi mi osservo meglio, guardo profondamente in quel che sono, 
e la verità torna a vincere sulla menzogna. Non sono cambiato. 
Nulla è cambiato. Morirò scemo così come sono nato. 

C'avevo 6 anni quando costruivo delle torri enormi con i mobili di casa  
per lanciarmi giù sul letto o sul divano. Per rubare ogni volta un millesimo in più di volo. 
E quando mancavo il bersaglio me ne stavo a terra dolorante,
a sentire il fiatone nei polmoni. 

C'avevo 12 anni quando col Faina ci lanciavamo dal balcone del primo piano. 
Facevamo a gara a chi toccava il ramo più in alto. E una volta che i suoi lo hanno visto 
e pensavano di avere un figlio matto il Faina si è inventato che aveva sentito il terremoto.  
Il Faina una volta mi disse di aver saltato anche dal secondo piano,
ma io non ci ho mai creduto. 

E ci avevo 20 anni quando ancora un po' mi perdo Micky, caxxo Micky dove sei finito?,  
per una sfida a tuffarsi dal faraglione di Tresnuraghes. E chi la sentiva la Wilma ?!? 
Saranno stati 12-15 metri, ma nei miei ricordi, e racconti, almeno trenta. E quando 
ho visto Micky riaffiorare con la lingua tipo "salama da sugo" ho avuto davvero paura. 
E ora che a vela spiegata ho swooppato i 35 anni, adesso capisco che nulla è cambiato 
Gioco come allora. Con le stesse cose che mi appassionavano allora. Sogno di volare. 

Ero più piccolo ed erano più piccoli i miei voli. Ecco, non sono cambiato. Nè migliorato. 

E forse è peggio ora: una volta per un dentino perso piovevano regali. 

Adesso, se tornassi a casa senza un dente, nessun topino mi pagherebbe il dentista. 
Però tutto questo mi fa' sorridere, e chissà se il Faina si lancia ancora dai balconi ?!?  

Max

Una grande primavera di lanci a tutti i sognatori ...

E un appello a tutti i terrestri:  non saltate dai balconi, andate a farvi un volo vero ...

PS: ispirato da e dedicato a Carlo Talamo.

giovedì 31 gennaio 2008

Sono un idealista.

Sono un idealista, eppure gli anni della vita mi hanno reso padrone della realtà.
Come certi cani bastardi io so cosa posso avere,
e non sbavo e non ringhio di fronte a quello che non posso avere.
Vorrei un po' di onestà, ma capisco che esistono i disonesti.
Vorrei sapere se da qualche parte c'è ancora un po' d'amore..
Amore per un ideale, per una passione, per qualcuno e non solo per se stessi.
Ma so che esiste l'odio.
Vorrei che le persone sapessero essere dirette. Chiare.
Ma so che esiste la politica. Non chiedo che siano tutti bravi ed onesti.
Mi piacerebbe soltanto che le cose tornassero come quando le vedevo da ragazzo.
C'erano gli onesti. E c'erano i ladri. C'erano gli amici, e c'erano i nemici.
E i pagliacci stavano al circo. E chi rubava le cose degli altri stava in prigione.
E chi non rispettava la parola ed i contratti se ne stava perlomeno zitto.
Poche regole forse, ma molta più chiarezza.
Soltanto questo vorrei che succedesse.
Avrei una vita più semplice. Sarebbe facile capire con chi ho a che fare.
Vorrei che ognuno avesse scritto in faccia quel che è.
Deve essere per questo che un giorno ho scelto il cielo.
E ancora ci sono dentro. Forse perché siamo tanto simili.
Lui è chiaro, trasparente ed ha un posto per tutti.
Proprio come vorrei che fossero le cose, come vorrei essere io.
Lui non ha bisogno di sporcare nessun altro, di rubare a qualcun altro.
Certo ogni tanto si arrabbia, fa dei gran nuvoloni neri e butta giù di tutto e di più.
Ma il giorno dopo ti aspetta sereno, non ha bisogno di mentirti,
non deve riconquistarti, ed io per questo mi ci tuffo ogni volta ancora dentro,
e mi ci perdo, e ritrovo me stesso.

Max

E su questo argomento non ho proprio più niente da dire.
E' tardi, è notte, domani vado a Verona a cercare di domare la vela del Paga,
Lei è già là che mi aspetta, speriamo che non abbia fatto brutti sogni ...