giovedì 7 novembre 2013

Windtunnel, Newton, la sua mela e i Marines.

Cosa c'entrano i Windtunnel con Newton e con la sua mela? E coi Marines?

Skyventure Orlando, il primo giocattolone per paracadutisti

Probabilmente anche Newton non si era mai chiesto cosa c'entrasse la sua mela con le leggi che regolano la gravitazione universale. Anzi, sicuramente non se lo era mai chiesto. Prima che la mela gli cascasse in testa.

Ricordo che nella seconda metà degli anni '90 iniziavano a circolare i primi discorsi tra paracadutisti sull'utilizzo delle gallerie del vento per l'allenamento delle formazioni in caduta libera. Pionieri furono i mitici Golden Knights con la leggendaria installazione di Fort Bragg e tra le squadre sportive di alto livello ricordo i DeLand Norgies ed i DeLand Majik ( rispettivamente campioni norvegesi i primi e campioni americani e poi del mondo i secondi ) che letteralmente misero alla frusta l'acerbo impianto da 10 piedi di Skyventure Orlando.

DeLand Majik al Windtunnel di Orlando

Eravamo all'inizio degli anni 2000 ed i francesi e gli italiani storcevano ancora il naso di fronte a quei ventoloni che venivano guardati come interessanti giostre ma mai in grado di poter sostituire l'allenamento effettuabile con dei veri lanci.

Chi aveva ragione? Francesi o americani?
Tutti gli altri stavano un po' a guardare chi avrebbe vinto. Negli anni successivi vinsero entrambi.

Una rivalità storica nelle competizioni
Personalmente però, già a quei tempi, ritenevo che avesse ragione Newton e che, fintanto che faremo paracadutismo su questo pianeta, le leggi che governano questo sport sono le stesse della fisica e ad esse dobbiamo volenti o nolenti inchinarci.

Fu così che decisi di organizzare dal 2001 i primi Tunnel Camp intensivi dall'Italia e parallelamente di confrontarmi con i migliori competitori del tempo, nonché ingegneri ed istruttori americani di paracadutismo su come i Windtunnel potessero incidere incredibilmente sul miglioramento delle performance in caduta libera.

Ora, oltre 10 anni dopo, i Windtunnel spopolano in tutto il mondo sia tra i turisti che tra i paracadutisti desiderosi di apprendere velocemente le tecniche di volo per poter saltare poi individualmente o di squadra, o addirittura per continuare la loro progressione di volo solo indoor nelle numerose competizioni o manifestazioni che si svolgono a livello mondiale.

Piccole ali crescono al Windtunnel di Dubai
Tuttavia nonostante il numero crescente di ore trascorse nei Windtunnel ed il numero crescente di persone che vi accedono si assiste ad un curioso fenomeno statistico: la maggioranza dei praticanti raggiunge prestazioni discrete in tempi brevi ma poi la curva di apprendimento si ferma. Mi riferisco in particolar modo alle formazioni in caduta libera in quanto non voglio estendere le considerazioni ad altre discipline anche se sono abbastanza confidente che i numeri supporterebbero la mia impressione.

Perché tutto questo? Newton allora aveva forse torto?

Isaac Newton sarebbe stato un buon paracadutista?

Vediamola così. Provate a chiedere ad un incursore quale arma sia più efficace?
Una pistola o un fucile d'assalto?

Probabilmente la risposta sarà: dipende! Dipende dalla missione certo, ma dipende soprattutto da chi usa l'arma e dal tipo di addestramento che ha ricevuto.

Tiratori scelti degli US Marines in addestramento

Anche chi non ha mai imbracciato un arma sparando con un mitragliatore nella folla probabilmente azzeccherebbe qualche colpo. Ma probabilmente la quantità di sangue a terra non è il miglior indicatore del successo della missione e della capacità di tiro. Qualche colpo a segno ci permetterebbe di definire quella persona un ottimo tiratore?

Forse la metafora non è immediata e non è per tutti, ma il senso è proprio questo, all'aumentare della potenza di fuoco ( fucile d'assalto = windtunnel ) deve essere affiancato e mantenuto un altrettanto livello elevato di didattica e disciplina per poter utilizzare quell'arma, altrimenti i danni collaterali, ovvero gli scorretti automatismi di volo che si potrebbero assumere, saranno ancora più difficili da "smacchiare" e condizioneranno le prestazioni di volo future. Si andrà più veloci certo ma abbastanza precisi da essere definiti ottimi tiratori? In grado di portare a termine qualsiasi missione?

Purtroppo concetti semplici e validi in tutte le discipline sportive e non, come ad esempio non esercitarsi in una tecnica più complessa se non si ha bene appreso quella sottostante, vengono a volte completamente stravolti nei Windtunnel. Così allievi che non sanno andare avanti indietro, oppure su e giù, vengono fatti girare come dei matti o li si vede lanciarsi in movimenti da collaudato competitore.

Sarebbe come insegnare il controsterzo in un corso di guida veloce prima di insegnare come fermare efficacemente il veicolo. Qui gli esempi e le metafore sono centinaia e le lascio alla fantasia di ogni singolo lettore.

Infine un buon "windtunnel flyer" non è detto che sia un altrettanto bravo paracadutista. A volte una certa "spavalderia" o "confidenza" nel mondo indoor fa' dimenticare che in aria si deve maturare un'altrettanta esperienza in materie come l'uso della vela, la sicurezza a bordo ed in porta dell'aereo, la sicurezza dei compagni di squadra, etc ... Tutte qualità che possono essere imparate solo nel mondo reale.

Quindi alla fine cosa penso dei windtunnel?

Che sono probabilmente i migliori fucili d'assalto in circolazione, e forse proprio per questo, vanno maneggiati con cura e competenza e con un'adeguata supervisione, soprattutto nelle fasi di apprendimento delle tecniche fondamentali di volo.

Infine sarà retorico per questo blog, ma è la verità di quello che penso, ritengo che a tutt'oggi le tecniche ed i concetti alla base della didattica Skydive University continuino ad essere il miglior metodo di apprendimento in circolazione, sia outdoor che indoor.

Probabilmente ne converrebbe anche Newton. I Marines lo fanno di già :-)

Un Marine si esercita nel mitico impianto di Fort Bragg
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